Dieci ambasciatori occidentali hanno rischiato di essere espulsi dalla Turchia per aver sollecitato con una lettera la liberazione del filantropo Omar Kavala in prigione da più di 4 anni perchè sospettato di simpatie verso gli oppositori al regime di Erdogan. Crisi diplomatica subito rientrata non tanto per la marcia indietro del despota turco (così sui media occidentali) quanto perché hanno dovuto riconoscere che in base all'art. 41 della Convenzione di Vienna gli Ambasciatori non possono immischiarsi degli affari interni del Paese in cui svolgono la propria attività. Le intenzioni della lettera erano sacrosante ma forse sono necessarie altre iniziative a tutela delle libertà, ad iniziare dal buon esempio.
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