La nostra Costituzione è un testo meraviglioso che descrive quello a cui avremmo dovuto tendere, poi ci pensa Luttwak su Rai4 a ricordarci quanto ne siamo ancora lontani.
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La nostra Costituzione è un testo meraviglioso che descrive quello a cui avremmo dovuto tendere, poi ci pensa Luttwak su Rai4 a ricordarci quanto ne siamo ancora lontani.
Draghi da Mattarella per informarlo sul pericolo di crisi dovuto alla possibile bocciatura dell'adeguamento del nostro contributo alla NATO come richiesto da Biden. E' probabile che si parli anche del fatto che la crisi Ucraina faccia svanire l'aumento previsto del nostro PIL già azzerato per la pandemia.
Papa Francesco sempre più solo nel reclamare e difendere la posizione pacifista e contraria ad ogni armamento.
Il fatto che con la violazione armata dei confini di uno Stato sovrano Putin abbia già scritto da solo la sentenza della sua colpevolezza non credo debba comportare anche la messa al bando di qualunque ragionamento sulle cause che ci hanno portato in questa situazione e l'accusa di insensibilità e collaborazionismo per tutti coloro che, anche in questa occasione continuano a non credere nella corsa al riarmo.
Inequivocabile presa di posizione del Papa contro le armi. Coraggio Francesco, ancora un piccolo gesto innovativo e penso altamente simbolico.
Contromossa di Putin contro le sanzioni economiche. All'invasione militare fa seguire quella monetaria imponendo il pagamento in rubli per il gas e il petrolio che siamo ancora costretti ad importare dalla Russia. Confesso che non riesco a capire quanto e per chi la mossa possa essere dannosa ma sarebbe augurabile che quelli lasciati sul terreno da questo conflitto alla fine fossero solo dollari o rubli.
Sempre più insistenti le voci sull'uso di armi chimiche e di ricorso a piccole atomiche tattiche da parte di Putin. Quanto questo faccia parte della classica disinformazione di guerra non è facile capire, di certo è che gli ingredienti per aumentare la preoccupazione ci sono tutti.
Nonostante l'esibizione del consenso da stadio a me resta il dubbio che Putin non sa come uscire da una guerra che sta creando a lui e alla Russia molti più guai di quelli che improvvidamente pensava di risolvere. Una mossa sbagliata che negli scacchi si paga e non si può rifare, nella realtà invece esisterebbe la possibilità di ritirata, ma temo seriamente che alla brutta figura preferisca lo scacco matto.
Non c'è niente da fare, noi possiamo anche scriverlo a caratteri cubitali nella Costituzione, ma per molti, troppi, la guerra resta ancora l'unico mezzo per risolvere le controversie internazionali.
Sono tra quelli che credono che la responsabilità di ciò che sta accadendo in Ucraina vadano ricercate anche a ovest di Mosca ma ciò che ha fatto e sta facendo Putin penso debba allontanare per il momento ogni discussione in merito perchè qualunque ragionamento in merito rischia di trasformarsi in un tentativo di giustificazione non voluto e mi pare non possibile. Mi auguro solo che si fermi il più presto possibile questa guerra, ci sarà il modo e il tempo per pesare ragioni e torti ma purtroppo nella bilancia dovremo mettere anche tutte le inutili e irrimediabili perdite umane.
Putin sta trascinando il suo paese verso un disastro totale. Può darsi che se ne sia accorto come no ma è certo che se ne dovrà accorgere presto anche il suo Paese, sia per l'isolamento economico in cui si è cacciato che nella malaugurata ipotesi di un'escalation armata. Resta la possibilità di qualche ammutinamento.
L'errore di Putin è quello di credere di essere inaffondabile ma il metodo che ha scelto per vincere il complesso di inferiorità nei confronti dell'Occidente non è la mossa migliore che un giocatore di scacchi come lui poteva fare. Il problema è che nel naufragio probabile, oltre lui e i suoi sodali, verrà coinvolto anche tutto quell'equipaggio che non ha saputo ammutinarsi in tempo.
Specialista nella difficile disciplina del piede in due scarpe, membro effettivo e prezioso della NATO, Erdogan si guarda bene dall'approvare le sanzioni economiche contro Putin restando, come peraltro la sua strategica collocazione geografica gli consente, con un piede in Europa e l'altro in Medio Oriente.
Aumentano le voci di una possibile destituzione di Putin. Le notizie delle enormi perdite da parte delle forze russe sono incontrollate e probabilmente esagerate ma unitamente ai malumori degli oligarchi per le sanzioni e alla grande voglia repressa di democrazia del popolo russo contribuiscono ad aumentare le probabilità che questo avvenga. E il 15 marzo è abbastanza vicino e lui lo sa che in molti stanno affilando i coltelli.
Una delle tante creazioni di quel grande artista che ci ha lasciato quasi nove anni fa, esempio di come i classici non muoiono mai.
(VENGO ANCH'IO - Enzo Jannacci)