L'incendio del campo profughi nell'isola di Lesbo pone nuovamente in risalto la mancanza di una strategia europea di fronte ad un problema più vecchio e più grave del Coronavirus ma che ha sempre bisogno di trasformarsi in tragedia per occupare le prime pagine dei giornali e le agende dei governanti.
Non che dentro le baracche ora bruciate ci stessero bene ma adesso queste povere vittime delle nostre guerre sconsiderate non hanno più nemmeno quelle e la Grecia non può certo essere lasciata sola.
Urge una strategia che non sia quella dei muri più lontani possibile, quella che "occhio non vede cuore non duole" e che peraltro ci costringe a subire dei pericolosi e costosi ricatti.
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